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Si è svolto oggi, nella sede di Confindustria Cuneo, l’incontro dal titolo “L’agroindustria piemontese tra nuovi mercati, competitività e resilienza: evidenze per guidare il futuro”, durante il quale sono stati presentati i risultati di un’indagine promossa dalla Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte, in collaborazione con il Research Department di Intesa Sanpaolo.
L’indagine, condotta tra maggio e giugno su oltre 300 imprese del settore agroindustriale iscritte a Confindustria, ha coinvolto realtà occupanti complessivamente circa 2.800 addetti. A illustrarne i risultati è stata Romina Galleri, economista del centro studi Intesa Sanpaolo.
Le principali criticità e le risposte delle imprese
A preoccupare il comparto sono soprattutto i costi delle materie prime e dell’energia (indicati da quasi due terzi delle aziende), seguiti dal calo della domanda interna, dai dazi e – per circa il 30% – dagli effetti dei cambiamenti climatici. Nonostante queste sfide, il settore dimostra una forte vocazione all’internazionalizzazione: quasi il 90% delle imprese intervistate esporta. Tra le medio-grandi, il 35% realizza più della metà del fatturato all’estero; percentuale che scende drasticamente nelle micro e piccole, dove due terzi dichiara meno del 10% del volume d’affari generato fuori dall’Italia.
Per rafforzare la propria presenza sui mercati globali, le imprese puntano su fiere di settore, sul supporto di Sace e Ice, e sulla leva della qualità Made in Italy. A frenare le esportazioni, però, sono l’instabilità geopolitica, le criticità normative e i costi di trasporto.
Strategie diverse a seconda delle dimensioni
Le risposte strategiche variano a seconda della dimensione aziendale. Le imprese medio-grandi privilegiano innovazione tecnologica e diversificazione dei mercati; le micro-piccole, invece, investono in nuove competenze e nella varietà dei prodotti. Trasversale è l’attenzione per i temi della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione e delle tecnologie 4.0, anche grazie alla crescente presenza di giovani nelle posizioni dirigenziali.
Il valore del territorio e l’importanza della visione
Ad aprire i lavori è stato Pier Giorgio Mollea (Sezione Agroalimentare Confindustria Cuneo), che ha ricordato il primato del territorio: “Cuneo è la prima provincia per impatto economico legato alle produzioni certificate, con un valore superiore ai 970 milioni di euro. Il settore agroindustriale è un pilastro della nostra economia, ma servono strumenti concreti per affrontare costi, dazi e carenza di competenze”.
Poi l’intervento di Marco Brugo Ceriotti, presidente della Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte, che ha parlato del futuro prossimo del comparto: “Il 2025 si presenta con segnali positivi, ma l’incertezza non deve frenare le imprese. Servono efficienza, visione e soprattutto nuove energie dai giovani: oggi solo un’azienda su quattro ha under 40 nel board dirigenziale. Dobbiamo fare di più”.
La tavola rotonda: dal dato alla strategia
Nel corso della mattinata si è svolta anche la tavola rotonda “Dal dato alla strategia”, che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e dell’impresa:
- Silvio Barbero, presidente Comitato Tecnico Scientifico Accademia Agrifood
- Daniela Caracciolo, vicedirettore Direzione Agricoltura Regione Piemonte
- Paola Lanzavecchia, presidente Sezione Vini e Liquori Confindustria Cuneo
- Rossella Riva, Confindustria Piemonte – CHEDIH
- Massimo Spertino, AD Ferrero Mangimi – Gruppo Chiola
- Giuseppe Tecco, titolare Agrindustria Tecco
- Loredana Virdis, responsabile Area Agribusiness Intesa Sanpaolo
Proprio Virdis ha sottolineato l’impegno del gruppo bancario nel sostegno al comparto, ricordando che Intesa Sanpaolo ha stanziato 10 miliardi di euro a supporto della filiera agroalimentare nazionale. “Offriamo strumenti finanziari e consulenziali per supportare competitività, transizione digitale e sostenibilità”, ha dichiarato.
A concludere l’incontro è stato Giovanni Amateis, della Direzione Competitività del Sistema Regionale della Regione Piemonte, responsabile del Settore Sistema Universitario, Ricerca e Innovazione. Un intervento finale che ha ribadito quanto ricerca, formazione e innovazione siano elementi imprescindibili per rafforzare un settore chiave dell’economia piemontese.
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