Condividi:

I prodotti agroalimentari stranieri risultano otto volte più pericolosi di quelli italiani, con un tasso di irregolarità nei residui chimici pari al 5,6%, a fronte dello 0,7% registrato nei prodotti nazionali. A evidenziarlo è un’analisi della Coldiretti su dati EFSA, che rilancia la mobilitazione per una legge europea sull’etichettatura obbligatoria dell’origine degli ingredienti alimentari.

«Le nostre produzioni agroalimentari sono il cuore del Made in Italy – afferma Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo e devono essere protette dalle storture del Codice Doganale che, con il principio dell’ultima trasformazione, consente a prodotti esteri di acquisire l’etichetta “100% italiano” con lavorazioni minime nel nostro Paese. È il caso, ad esempio, di cosce di maiale olandesi che diventano prosciutti italiani, o di semilavorati cinesi impiegati nei trasformati a base di frutta e verdura».

Il problema è aggravato dalla debolezza dei controlli doganali a livello europeo. «Meno del 10% dei prodotti agroalimentari provenienti da Paesi extra UE è sottoposto a controlli fisici – aggiunge Francesco Goffredo, direttore di Coldiretti Cuneo – e porti come quello di Rotterdam rappresentano veri e propri varchi senza filtro, dove le verifiche sono pressoché assenti e il rischio sanitario elevato».

Per questo motivo Coldiretti continua la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che imponga l’obbligo di indicare chiaramente il Paese d’origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari venduti in Europa.

I cittadini possono sottoscrivere la proposta nei mercati di Campagna Amica, negli agriturismi Terranostra e in tutte le sedi Coldiretti della provincia di Cuneo. È anche possibile aderire online tramite il sito ufficiale dell’iniziativa europea: https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home.

Tutti gli articoli