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La vendemmia in provincia di Cuneo è alle porte e promette uve di ottima qualità, ma il clima nel settore vitivinicolo resta tutt’altro che sereno. Tra giacenze elevate, calo dei consumi interni, nuove abitudini legate al benessere e i dazi statunitensi ancora in discussione, il comparto è sotto pressione. A denunciarlo è Confagricoltura Cuneo, che lancia un appello alle istituzioni per un intervento strutturale.
«Serve un cambio di passo immediato – dichiara Gian Luca Demaria, presidente delle sezioni vitivinicole regionale e provinciale –. I recenti tagli alle rese decisi da diversi Consorzi sono un segnale importante, ma da soli non bastano».
I Consorzi del Roero, Barolo, Barbaresco, Dogliani, Asti e Langhe hanno approvato misure emergenziali, come la riduzione delle rese e il blocco dei nuovi impianti dal 2026. Interventi che puntano a riequilibrare il mercato, ma che, secondo Confagricoltura, devono essere affiancati da un piano strategico di lungo termine.
L’associazione chiede inoltre di rafforzare la promozione del vino italiano nei Paesi terzi, per contrastare la narrazione crescente che associa il consumo di vino a rischi per la salute, dimenticando il valore culturale e territoriale del “bere consapevole”.
Preoccupano anche le tensioni sul fronte export, in particolare nei mercati asiatici come Cina e Russia, sempre più chiusi da barriere doganali e normative. In attesa del “Pacchetto Vino” annunciato dalla Commissione UE entro fine anno, Confagricoltura sollecita il governo e la Regione ad agire.
«Non è più il tempo di attendere – conclude Demaria –: il settore vitivinicolo è parte integrante dell’identità agricola italiana. Va tutelato con decisioni chiare, risorse adeguate e una visione forte per il futuro».
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