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Il Tribunale ha condannato tutti e quattro gli imputati nel processo per la morte di Daniele Peroncelli, elettricista 32enne deceduto durante un lavoro in quota nel capannone della ditta Trae a Busca.
I titolari della Imq, hanno ricevuto una pena di due anni di reclusione, subordinata al pagamento di un risarcimento provvisionale di 140 mila euro ai familiari della vittima. Al titolare della Trae, sono stati inflitti un anno e quattro mesi, mentre al proprietario del carrello elevatore utilizzato nell’intervento, un anno. Tutte le pene sono state sospese.
L’infortunio risale al giorno in cui Peroncelli, impegnato nella sostituzione di punti luce a sei metri d’altezza, urtò violentemente la testa contro una trave metallica mentre si trovava su un sollevatore non autorizzato e con comandi usurati. L’uomo lavorava da solo, senza abilitazione specifica né adeguata supervisione.
Secondo la Procura, l’episodio fu il risultato di una “sciatteria sistematica” e di un disinteresse per la sicurezza dei lavoratori. Le difese hanno tentato di ridimensionare le responsabilità, sostenendo che i titolari della Imq e della Trae non avevano autorizzato l’uso del macchinario.
Per i familiari, presenti in aula, la sentenza rappresenta un primo passo verso la giustizia per la morte di un giovane padre e lavoratore.