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Dalla cimice asiatica alla Popillia japonica, passando per la Drosophila suzukii, il cinipide galligeno e il bostrico tipografo, fino al calabrone asiatico e al coleottero africano: è vera e propria emergenza fitosanitaria per l’agricoltura italiana, stretta nella morsa degli insetti alieni. I danni causati da questi parassiti superano il miliardo di euro all’anno, spingendo Coldiretti a lanciare un appello alle istituzioni europee per garantire strumenti di difesa efficaci e norme armonizzate tra gli Stati membri.
L’occasione è stata offerta dai lavori del Comitato ortofrutta franco-spagnolo-italiano-portoghese, durante i quali Coldiretti – insieme ad altre organizzazioni di settore – ha inviato una lettera ai commissari europei Christophe Hansen (Agricoltura) e Olivér Várhelyi (Salute e Benessere animale) per sollecitare interventi concreti.
L’invasione degli insetti alieni
Il cambiamento climatico ha favorito la diffusione in Italia di numerosi parassiti provenienti da altri continenti, con effetti devastanti su frutteti, vigneti, castagneti e persino apiari. Coldiretti ricorda come la cimice asiatica, ad esempio, abbia compromesso interi raccolti negli ultimi anni.
Contro questo flagello, la confederazione agricola ha promosso sin dal 2019, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, l’introduzione dell’Anastatus bifasciatus, un insetto autoctono antagonista naturale della cimice. Solo nelle ultime settimane, in provincia di Cuneo, sono stati liberati 96.500 esemplari: un’azione a impatto ambientale zero, che non ricorre a fitofarmaci, nel rispetto della biodiversità.
Meno fitosanitari, ma senza alternative
Il tema centrale, secondo Coldiretti, è che la riduzione dei prodotti fitosanitari autorizzati non è stata accompagnata da un corrispondente sviluppo di soluzioni alternative, come tecniche di difesa integrata o agricoltura di precisione. Questo sta mettendo in seria difficoltà le aziende agricole, già provate dagli alti costi e dalla concorrenza internazionale.
“A rendere ancora più difficile la difesa delle colture – denuncia Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – è la burocrazia europea. Ogni sostanza deve essere autorizzata singolarmente a livello nazionale, anche se la normativa UE prevede procedure zonali condivise. Chiediamo quindi l’attuazione urgente di un sistema di riconoscimento automatico delle autorizzazioni all’interno della stessa zona europea, evitando inutili duplicazioni”.
Competitività a rischio
Un punto, quello della competitività, sottolineato anche dal direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo: “Senza regole chiare, rapide e coerenti, l’intero comparto ortofrutticolo rischia di crollare sotto il peso delle infestazioni e della burocrazia. E con esso rischiamo di aumentare la dipendenza da prodotti esteri, proprio nei settori in cui l’Italia eccelle”.
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