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Dopo mesi di indagini e accertamenti tecnici, è stato identificato il responsabile dell’uccisione del cane meticcio “Ted”, trovato morto nelle campagne di Castellinaldo d’Alba nel maggio 2024, colpito da proiettili d’arma da fuoco.
L’attività investigativa è stata condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Cuneo, in collaborazione con le Stazioni Carabinieri di Canale e Govone. Fondamentale il contributo del RIS di Parma, che ha eseguito analisi balistiche determinanti per il caso.
L’uomo indagato, residente a Castellinaldo d’Alba, è accusato dalla Procura della Repubblica di Asti dei reati di uccisione di animale (art. 544 bis C.P.), detenzione abusiva di armi e munizioni (art. 697 C.P.), omessa custodia di armi (art. 20 bis L. 110/1975) e alterazione di armi (art. 3 L. 110/1975).
Le indagini erano partite dal ritrovamento di un’ogiva all’interno del corpo del cane, poi analizzata dal RIS. In parallelo, i Carabinieri – anche grazie a informazioni sul possesso illegale di armi – hanno perquisito l’abitazione dell’indagato. Lì sono stati trovati un fucile calibro .22 con silenziatore non denunciato, una pistola Beretta calibro 7.65 e circa 600 munizioni. Sono state inoltre sequestrate cautelativamente altre armi detenute legalmente e ritirata la licenza di porto d’armi.
L’ogiva estratta dal cane è stata inviata al RIS assieme alla carabina sequestrata. Le analisi balistiche hanno confermato la compatibilità tra il proiettile e l’arma, stabilendo con certezza che fu proprio quel fucile a uccidere l’animale.
L’indagine si è rivelata un esempio concreto di collaborazione tra reparti specializzati dell’Arma e l’utilizzo di tecnologie forensi avanzate, consentendo di risalire con precisione all’autore di un gesto crudele e ingiustificabile.