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La cascola precoce dei frutti, aggravata da condizioni climatiche avverse e da tecniche colturali da affinare, sta mettendo a dura prova la corilicoltura piemontese. A denunciarlo è Coldiretti Cuneo, che chiede un intervento urgente a tutela di un comparto in forte difficoltà.
Negli ultimi dieci anni il settore ha visto una crescita importante: le superfici coltivate a nocciolo in provincia di Cuneo sono passate da 8.000 a 13.000 ettari (+63%), su un totale regionale di quasi 28.000 ettari. Ma questa espansione si scontra oggi con annate sempre più imprevedibili, segnate da siccità prolungate seguite da piogge anomale nel periodo primaverile.
“È fondamentale che la Fondazione Agrion si concentri sulla ricerca scientifica relativa alla cascola del nocciolo – dichiara Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – coinvolgendo fin da subito le aziende agricole del territorio per individuare soluzioni praticabili”.
Alla luce della difficile situazione, Coldiretti Cuneo ha chiesto alla Regione Piemonte l’attivazione dello stato di emergenza. Lo conferma il direttore Francesco Goffredo: “Le imprese corilicole sono allo stremo. È urgente mettere in campo risorse per compensare i danni da mancata produzione e sostenere chi continua a investire in qualità e tutela del territorio”.
L’appello è chiaro: senza un intervento deciso, il futuro del comparto rischia di essere compromesso.
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