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Sono pochissimi gli istituti venatori – tra ambiti territoriali di caccia, comprensori alpini e aziende faunistico-venatorie – che in provincia di Cuneo hanno scelto di applicare l’ordinanza del Commissario straordinario alla peste suina africana, anticipando la caccia al cinghiale dal 1° settembre 2025. Solo alcune aziende faunistico-venatorie hanno aderito, mentre nessun ATC e nessun CA ha deciso di farlo.

Una partecipazione limitata che, secondo Coldiretti Cuneo, vanifica un provvedimento pensato per contenere la diffusione della peste suina africana e ridurre il numero sempre troppo elevato di ungulati.

«In via ordinaria – ricorda il presidente Enrico Nada – la caccia parte il 21 settembre o il 1° ottobre, quindi l’anticipo sarebbe stato utile non solo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ma anche per ridurre i danni alle imprese agricole, che peraltro non hanno ancora ricevuto i ristori completi delle perdite subite lo scorso anno».

A ribadire l’allarme anche il direttore Francesco Goffredo: «Nel 2024 i danni hanno raggiunto i 4,5 milioni di euro, in crescita rispetto al 2023. Non si tratta solo di una questione economica: la presenza incontrollata dei cinghiali rappresenta un rischio per la salute pubblica, per la filiera suinicola e per la sicurezza stradale. Servono azioni straordinarie e immediate».

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